Il Superbonus fa 90

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È una notizia recente, il governo ha apportato modifiche ai requisiti di accesso al Superbonus e ha diminuito il Superbonus dal 110% al 90%.

Si tratta di una decisione che interesserà molti cittadini e che è stata accolta da un ampio dibattito. Il Superbonus è un incentivo introdotto nel luglio 2020 per fornire uno stimolo finanziario al mercato immobiliare, consentendo ai cittadini di ottenere un credito d’imposta generato dalle opere di ristrutturazione legate all’efficientamento energetico. L’effetto, nelle intenzioni, previsto era quello di guidare la crescita economica incentivando i proprietari di case a investire per migliorare le loro proprietà. Il Superbonus Si trattava di una proposta allettante per molti, che offriva un incentivo a migliorare le proprie proprietà con un maggiore risparmio finanziario.

Il Superbonus dalle origini a oggi

Dopo un inizio molto complicato, che prevedeva procedure farraginose e non sempre lineari gli effetti del superbonus hanno avuto un impatto negativo. Infatti dopo l’avvio complicato, sono state scoperte numerose truffe che hanno indotto il governo precedente a stringere le maglie di accesso a questa agevolazione. Dopo un primo e timido tentativo da parte degli operatori (general contractor, imprese edili) di offrire lo sconto direttamente in fattura, è risultata in modo chiaro l’insostenibilità di questa prassi. La cessione del credito maturato avrebbe potuto avvenire, in alternativa alla detrazione fiscale in 5 quote annuali, a Istituti Bancari e altri soggetti terzi. Nel corso dell’ultimo anno anche le Banche e gli Istituti finanziari hanno sospeso l’accoglimento di nuovi contratti di cessione. Una situazione insomma caratterizzata un continuo stop-and-go , snervante per tutto il sistema.

Il superbonus e il costo delle materie prime

Nei primi due anni di vita del Superbonus, oltre alla stretta normativa, sono intervenuti altri fattori che hanno reso poco attuabile il progetto nella sua idea originaria. L’esorbitante rincaro delle materie prime subito dopo il covid ha creato non solo rallentamenti nella realizzazione dei progetti, ma anche una distorta valutazione economica degli interventi di ristrutturazione. Nel corso del biennio infatti, non solo il governo ha dovuto rivedere i preziari delle lavorazioni, ma gli stessi committenti si sono trovati a dover affrontare spese delle lavorazioni extra eccedenti il prezzo previsto per la lavorazione stessa. Il ritardo sulla consegna dei materiali ha assunto particolare rilevanza nella gestione dei tempi previsti dal Superbonus 110%. Il meccanismo prevedeva infatti che per la generazione del credito fiscale al committente, fossero rispettate precise tempistiche di relizzazione. Insomma uno sfidante gioco ad incastri.

Le ultime notizie sul Superbonus

Nella recente manovra di Governo, attualmente in discussione, è stata inserita una norma correttiva del Superbonus; il vantaggio fiscale generato non sarà infatti pari al 110% ma viene portata al 90%. I condomini che hanno deliberato il 110% entro il 18 Novembre 2022 e che entro il 31 Dicembre 2022 dipositeranno la Cila, avranno ancora accesso al 110% per il prossimo anno.

Per tutti gli altri cambierà. In particolare per le villette e gli edifici unifamiliari. Il nuovo Decreto aiuti quater (DL del 18.11.2022 n. 176) pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 18.11.2022, ha prorogato per il 2023 il Superbonus ma al 90% in luogo del 110,  per gli edifici unifamiliari adibiti ad abitazione principale, (escluse quindi le seconde case)  sempre che il committente possa vantare il diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare e che abbia un reddito complessivo familiare medio fino a 15.000 euro calcolato sulla base del numero di componenti familiari determinato con quoziente familiare.

Gli interventi di efficientamento energetico trainati restano gli stessi del Superbonus nella versione 110%, restano invariati.

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